Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – Impatto della crisi internazionale e flessibilità dell’occupazione
Category:Senza categoria
Nel corso del confronto svoltosi presso il Ministero del lavoro nei mesi precedenti l’emanazione del D.Lgs n. 81/2008, Confindustria si era opposta alla introduzione della tipologia contrattuale tra i rischi da valutare, nella convinzione che questo avrebbe ingenerato una erronea equiparazione tra sicurezza sul lavoro e sicurezza del lavoro.
Nella stessa logica, Confindustria ritiene, oggi, che tra gli obblighi di sicurezza sul lavoro, da un lato, e flessibilità regolata, flexicurity e job insecurity, dall’altro, non vi sia, nè vi debba essere, alcuna correlazione. Una classica esemplificazione di questa erronea visione è ricondurre lo stress lavoro-correlato a questi fattori, quasi che il portato delle scelte politico-sociali, anche di matrice europea, possa rientrare tra gli obblighi di sicurezza del datore di lavoro.
Correlazione che, invece, è sicuramente presente in tutte le ipotesi di lavoro irregolare, lavoro nero, sommerso. Da qui, l’affermazione di Confindustria che, soprattutto in tempo di crisi – come l’attuale – non deve trovare spazio alcuna riduzione dell’attenzione alla sicurezza sul lavoro ed agli investimenti (formativi e finanziari) necessari.
A questo proposito, e con il fine di proporre una lettura che consenta di cogliere le differenze presenti tra i diversi ambiti di indagine, alleghiamo una nota che affronta la relazione tra sicurezza sul lavoro e sicurezza del lavoro.